Mattone ancora giù. Gli italiani si disfano delle seconde case.

fondo giovaniÈ stata nel cuore, nella mente, nel portafoglio e nei progetti di ciascun italiano per decenni. La casa ha sempre rappresentato l’investimento sicuro, l’obiettivo verso cui tendere, sacrificio dopo sacrificio, per raggiungere una stabilità da condividere con la propria famiglia.

Poi arrivò il 2007, la bolla finanziaria, la crescita dei prezzi a livelli stellari e, a seguire, la lunga crisi con la sistematica perdita di valore degli immobili, arrivata oggi a interessare anche le isole più sicure, come le case di pregio, i centri storici, le location di lusso, colpite da un calo delle quotazioni evidente a chiunque metta il naso di tanto in tanto davanti alle vetrine delle agenzie immobiliari.

Il mercato per muoversi si muove. Spesso, però, si tratta di mosse difensive. In tanti vendono le seconde case perché non ce la fanno a sostenerle o perché ritengono che non si tratti nel tempo di un investimento conveniente. Una circostanza che fa aumentare l’offerta di case in vendita, contribuendo alla diminuzione dei prezzi. Inoltre un tempo si poteva mettere in vendita una casa a un prezzo superiore a quello di mercato e c’era chi, magari perché innamorato di una zona, era disposto a pagarlo molto più della quotazione reale. Oggi è difficilissimo che questo accada perché non si ha la certezza di recuperare nel tempo quel valore.

Il bene rifugio per eccellenza, insomma, è davvero travolto dalla crisi e dalle tasse? Le interpretazioni sono molteplici. C’è chi fa notare come il mercato in questo momento storico faccia finalmente i conti con le potenzialità reali degli acquirenti e torni a muoversi dentro un recinto di realismo. Uno smaltimento degli eccessi, insomma. Il problema è che, per chi ha acquistato casa in anni recenti il calo può essere dolorosissimo.

Una volta, una piccola casa di 200mila euro di valore, era un bene monetizzabile rapidamente. Ora questa riser va di valore si è ridotta a 70mila, se non a 50mila euro. Va da sé che i consumi ne risentano. Oggi come oggi la pressione fiscale è clamorosamente sopra la media: al 2,2% del Pil e del 2,75% sul reddito disponibile contro la media Ocse di 1,27% e 1,59%.

I segnali che arrivano dal mercato, d’altra parte, sono implacabili. Dopo qualche timido segnale di ripresa, il mercato nel secondo trimestre segna un calo del 3,6%. Una frenata che tocca meno il settore residenziale (-1%) di più le attività commerciali. I prezzi delle case sono ancora in discesa: -4,8% a giugno su base annua. Inoltre la percentuale dei proprietari è ormai passata dall’80% di un tempo al 67%.

Bisognerà vedere a questo punto se le misure dello Sblocca Italiadal bonus del 20% sull’Irpef per chi acquista un’abitazione da dare in affitto a canone concordato, alla definizione del «rent to buy» – avranno un qualche effetto. Ma la stessa relazione tecnica prevede effetti molto limitati su un mercato che avrebbe bisogno di un elettrochoc piuttosto che di una piccola scossa.

Fonte: Il Giornale

About Massimo Montanari
Massimo Montanari, italiano, nato a Lussemburgo il 16 luglio 1961. Formatosi in Confcommercio col ruolo di Segretario delle Delegazioni di Sarsina e Mercato Saraceno, dal 2011 ha deciso di cambiare percorso lavorativo ed ha portato il suo bagaglio di esperienza nel Settore Sindacale dell'Associazione Cesenate. Attualmente si occupa di varie categorie Sindacali all'interno di Confcommercio e tra queste quella che ha avuto i maggiori risultati in termini di aumento di Associati è proprio la F.I.M.A.A. Cesena della quale è Segretario Provinciale. Buon Tennista, è anche grande appassionato di Basket ed è attivo nel mondo del Volontariato. “Malamente opera chi dimentica ciò che ha imparato". ”Tito Maccio Plauto"

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