Monthly Archives: Agosto 2019

Dietrofront delle Entrate sulla cedolare secca per i negozi.

L’Agenzia delle entrate fa dietrofront dando il via libera (con un «però») all’applicazione della cedolare secca anche in caso di contratti di affitto commerciali con canoni variabili nel corso della locazione. La problematica deriva da una ferrea interpretazione della stessa Agenzia delle entrate e dal relativo comportamento degli uffici territoriali che impedivano la registrazione di contratti di locazione commerciale con applicazione della tassa piatta (la cedolare secca appunto) in assenza di canoni costanti «fiat» per tutta la durata del rapporto, senza dunque la possibilità delle parti di concordare variazioni in aumento (o in diminuzione).

Con la risposta all’interpello n. 340 dello scorso 23 agosto, l’AdE sembra in parte tornare sui suoi passi ammettendo che, la possibilità di determinare un canone di locazione variabile (nel caso trattato collegato ai ricavi di un punto vendita), «rientra nella libertà accordata alle parti di determinare il contenuto del contratto e non integra una determinazione privatistica della misura di indicizzazione, né un aggiornamento del canone a qualsiasi titolo di cui al comma 11 dell’art. 3 del dlgs n. 23 del 2011 citato» (continua)

Fonte:ItaliaOggi

 

 

Cassazione sui tributi ridotti in caso di prima casa.

Nel caso in cui il comune abbia stabilito il diritto a fruire di aliquota agevolata sui tributi locali su immobili concessi in comodato d’uso gratuito al figlio del contribuente, che li utilizzi come abitazione principale, il medesimo contribuente è tenuto a presentare la dichiarazione attestante la sussistenza dei requisiti oggettivi e soggettivi per il godimento dell’agevolazione, non potendo limitarsi a produrre il certificato storico anagrafico, attestante la residenza del figlio negli immobili per cui è causa.

Così ha stabilito la Corte di cassazione, con la sentenza n. 12485 del 10/05/2019. Il tema dell’abitazione principale, in generale, è del resto sempre stato argomento molto controverso, su cui sia la giurisprudenza di merito che quella di legittimità hanno assunto spesso linee anche contrastanti.

La Commissione tributaria regionale del Lazio, Sez. VII, ad esempio, con la sentenza n. 3967 del 12/6/2018, ha stabilito che, ai fini Ici, il contemporaneo utilizzo di più unità catastali contigue non costituisce ostacolo all’applicazione, per tutte, dell’aliquota agevolata e della detrazione prevista per l’abitazione principale, sempre che il complesso abitativo non trascenda la categoria catastale delle unità che lo compongono, assumendo rilievo, a tal fine, non il numero delle unità catastali, ma l’effettiva utilizzazione ad abitazione principale dell’immobile complessivamente considerato.

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Fonte:ItaliaOggi

Case all’asta perchè oggi si vendono a un terzo del vero valore.

Sono centinaia di migliaia le famiglie costrette a una vendita forzata dei loro immobili perché non più in grado di pagare le rate del mutuo. Ma, a causa di un sistema infernale di ribassi, a intermediari opachi e a una pessima riforma del governo Renzi, ormai la situazione è economicamente (ed eticamente) insostenibile.

E, come spesso accade, il Paese non riesce a seguire gli esempi positivi che arrivano dall’estero. Tanti sono i casi in cui verrebbe da augurarsi il nulla, la paralisi politica, l’inazione dello Stato, il disinteresse delle donne e degli uomini di governo. Ma la casa, si sa, in Italia è una forza superiore alla quale non si riesce a resistere: muove miliardi di euro, legittima professioni, suscita interventi legislativi, piace alle banche perché attira e vincola i clienti e il 70 per cento dei cittadini ne possiede una.

O meglio, ne possedeva, perché con l’inizio della crisi e la compressione dei redditi, milioni di italiani, sia privati sia aziende, non sono più stati in grado di onorare i mutui e si sono visti portare via l’immobile, venduto spesso all’asta a un terzo del proprio valore e con una coda velenosa: al termine di procedure opache e costose, il debitore non è neppure liberato interamente dal debito e non ha più accesso al credito bancario. Una beffa che invece non va in scena in Paesi come la Francia o la Spagna, dove quando ti hanno venduto la casa, almeno riparti vergine. (continua)

Fonte:Panorama