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IMMOBILI, IN QUALI CASI IL CONIUGE NON EREDITA?

eredità

La Legge non permette che un coniuge venga diseredato, se vi è di mezzo il matrimonio.

Questo può avvenire solo in caso di divorzio. Ci sono però delle eccezioni.

Cosa spetta al coniuge.

A livello di immobili, il coniuge è un erede legittimario, a cui spetterà sempre una quota del patrimonio del defunto.

Ovviamente, in caso di figli, la quota verrà divisa con loro. Il coniuge ha il diritto di continuare a vivere nella casa famigliare, dove entrambi vivevano prima del decesso.

Parliamo di “diritto di abitazione” riguarda anche la possibilità di utilizzare i mobili presenti nella casa.

Proprio per questo motivo, gli altri eredi comproprietari della casa non potranno chiedere il pagamento di un canone o un risarcimento.

Questo diritto finisce nel momento della morte del coniuge superstite o con il suo trasferimento. (continua)

Fonte:Immobiliare.it

Vendere una casa ereditata, cosa bisogna pagare.

eredità: pergamena e penna

A differenza di quello che si sarebbe portati a pensare, ricevere in eredità una casa o un appartamento può comportare una notevole dose di stress per la persona beneficiaria. La gestione dell’immobile ricevuto a seguito della morte di un parente è un’attività che richiede tempo e dedizione, soprattutto quando gli eredi sono tanti e non tutti concordano su cosa si debba fare.

Così molti cittadini decidono di vendere l’abitazione con l’obiettivo di incassare una somma di denaro e liberarsi di un peso. Ma la normativa attualmente vigente in materia impone il pagamento di diverse imposte che il nuovo intestatario deve saldare prima di poter cedere il bene.

Dalla dichiarazione di successione all’imposta ipotecaria: le tasse da pagare per vendere un immobile ereditato.

Innanzitutto, per vendere una casa ricevuta in eredità la prima cosa da fare è produrre la dichiarazione di successione, ossia il documento che riconosce gli eredi del defunto. Va depositata presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate entro un anno dalla morte e serve per avere le mani libere nella gestione dell’immobile. (continua)

Fonte:Immobiliare.it

Non risponde dei debiti del de cuius chi rinuncia all’eredità.

debiti pagati

La Cassazione ribadisce che non rispondono dei debiti tributari del de cuius coloro che rinunciano all’eredità anche se non sono trascorsi 10 anni dall’apertura della successione.

Debiti tributari e soggetti che hanno rinunciato all’eredità.

Non rispondono dei debiti tributari del de cuius i soggetti che hanno rinunciato all’eredità anche se non è ancora trascorso il termine di 10 anni dall’apertura della successione per accettare o rinunciare alla stessa. La rinuncia ha infatti efficacia retroattiva, per cui gli stessi, se non possono essere considerati eredi sin dall’inizio, non possono essere chiamati a rispondere dei debiti del defunto. Concetto già espresso in una precedente sentenza e ribadito dalla Cassazione n. 21006/2021.

Chiesti agli eredi arretrati IRES, IRAP e IVA

L’Agenzia delle Entrate notifica ai potenziali eredi di un contribuente defunto e titolare di una ditta individuale che operava nel campo dell’edilizia un avviso di accertamento, con il quale viene richiesto il pagamento di IRES, IRAP e IVA relativi all’anno di imposta 2005 per una fattura emessa di 250.000 euro. (continua)

Fonte:StudioCataldi