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Il Superbonus accelera ancora più facile la cessione del credito.

Le banche sI sono fermate. La corsa delle ultime settimane ha spinto gli istituti a serrare subito gli sportelli alle nuove richieste di cessione dei bonus edilizi.

Le domande ormai, nel complesso, hanno superato la soglia dei 40 miliardi di Euro. Dopo lo stop agli sconti di inizio anno a causa delle maxi-truffe e del decreto del governo che ha limitato le cessioni per contenerle, il flusso è ripreso.

Spinto dalla correzione di rotta di Palazzo Chígi e Tesoro che hanno riaperto alle cessioni multiple dei crediti. Prima fissando un tetto massimo a tre passaggi di mano, poi portato a quattro la settimana scorsa con il decreto energia. La macchina degli sconti, però, ha di nuovo tirato il freno a mano.

Effetto collaterale del nuovo sistema che. di fatto, prevede che l’acquirente ultimo sia una banca o un’assicurazione. E le banche hanno finito il loro “spazio”. Un Istituto può comprare bonus fiscali solo fin quando il suo debito fiscale nei confronti dello Stato lo permette,pPiù bonus compra più riduce il debito. Se lo azzera i bonus scontati diventerebbero una perdita. Intesa, che ha chiuso a nuove operazioni, avrebbe già scontato 20 miliardi. Poste ne ha comprati quasi 8 miliardi su un limite di 9 miliardi di “spazio”.

Il Superbonus insomma, rischia di restare senza ossigeno finanziario. Il governo, come si diceva, ha approvato con il decreto energia la possibilità di una “quarta” cessione per le banche. Queste ultime, dunque, potranno cedere i bonus a loro clienti che hanno spazio fiscale per poterlo detrarre dalle tasse. (continua)

Fonte:IlMessaggero

Superbonus: piano per i nuovi massimali, la trappola dei prezzi.

Superbonus, trappola prezzi. Nei massimali Iva e costi extra. Scontro sul 110%. Pronto il provvedimento con cui Cingolani fissa i nuovi limiti di spesa agevolata per ogni tipologia d’intervento. Tensione tra gli operatori per una possibile stretta in arrivo .

C’è soprattutto un passaggio che, stando alle bozze sulle quali nella serata di ieri stavano lavorando gli uffici, è destinato a scatenare reazioni molto forti da parte di imprese e professionisti. Le nuove tabelle, infatti, ieri sera indicavano prezzi «comprensivi dei costi di fornitura, installazione, messa in opera dei prodotti e beni, inclusa, ove applicabile, la loro dismissione, nonché dell’Iva, delle prestazioni professionali e di qualunque altra opera complementare necessaria alla messa in opera degli stessi».

Si tratta di un punto delicatissimo, sul quale da giorni è in corso uno scontro con le categorie produttive e che, all’ultimo minuto, potrebbe anche essere oggetto di stralcio. Il decreto in questione era previsto della legge di Bilancio 2022 e sarà il nuovo riferimento per le asseverazioni dei prezzi Con due utilizzi principali: servirà per gli interventi che accedono al no%, ma anche per tutti i bonus”rninori” (come il 50%, l’ecobonus e il bonus facciate), quando il contribuente scelga di monetizzarli, attraverso la cessione del credito e lo sconto in fattura. (continua)

Fonte:IlSole24Ore

Superbonus 110%: inutile limitare la cessione del credito, serve un modello virtuoso.

L’attuale sistema di cessione del credito da parte di Istituti finanziari e altri soggetti con funzione di General Contractor ha di fatto ridisegnato la mappa delle attività edili in Italia.

Con l’esplosione del sistema Bonus oggi si è rimesso in moto un movimento che ristagnava dal lontano 2007, infatti vi sono circa 98.000 cantieri che sono in esecuzione in Italia producendo di conseguenza l’avvio di un indotto di rilevante portata incidendo direttamente sul PIL che va oltre il 6,00%.
Ad oggi si conta un aumento delle partite Iva di ben oltre il 40% rispetto al 2020, ultimo dato credibile pre pandemia.
Il dato è importante, ad oggi sono in essere circa 17 Miliardi di euro che di fatto creano il tentativo di inserimento da parte di soggetti speculatori incuranti dei benefici che questa legge, direttamente e indirettamente, sta producendo principalmente in termini di recupero ed aggiornamento del patrimonio residenziale italiano, ma anche per l’aspetto non meno importate di ridistribuzione di maggiore benessere nella popolazione italiana. (continua)
Fonte:StudioCataldi