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CAUZIONE E CAPARRA SONO UGUALI? TUTTE LE DIFFERENZE.

una persona fornisce le chiavi di casa a un'altra

Nel momento in cui il proprietario di un alloggio o un appartamento decide di affittare la residenza ad un locatore, la sua preoccupazione dev’essere quella di tutelarsi dalla comparsa di eventuali imprevisti, soprattutto di natura finanziaria. Per farlo esistono diverse possibilità, ognuna diversa dalle altre.

In genere, per evitare brutte sorprese, il titolare della casa chiede all’affittuario il versamento del cosiddetto deposito cauzionale. Molte volte, però, in queste situazioni si sente parlare anche della caparra.

Vediamo le differenze tra questi due strumenti e in quali casi vengono utilizzati.

Cos’è la caparra.

In base al tipo di contratto di locazione che viene stipulato tra il proprietario e l’inquilino, quest’ultimo è tenuto a versare una somma economica prestabilita che prende il nome di caparra.

La caparra è un quantitativo di denaro che il proprietario della casa chiede all’inquilino nel momento in cui si trovano per firmare il contratto di affitto.

Ha un valore simbolico e serve a tutelare entrambe le parti da eventuali imprevisti: il titolare la richiede per evitare che la controparte disdica l’accordo all’improvviso; l’affittuario la versa per assicurarsi che l’appartamento non venga ceduto ad altri. (continua)

Fonte: Immobiliare.it

MANCATA CONVOCAZIONE DI UN CONDOMINO ALL’ASSEMBLEA CONDOMINIALE, CHE FARE?

palazzo

Talvolta, capita di ritrovarsi all’interno di condomini e palazzine in cui i proprietari e gli inquilini delle unità immobiliari vivono distanti o sono spesso assenti. In questi casi, per l’amministratore non è semplice convocare tutti i diretti interessati per una riunione comune.

Nella maggior parte dei casi, la comunicazione che annuncia lo svolgimento dell’assemblea condominiale viene recapitata tramite un messaggio sul cellulare o un’email, ma può capitare che alcuni condomini non ricevano l’invito. Cosa fare in questi casi? Vediamo tutto quello che c’è da sapere.

Condomino non invitato a partecipare all’assemblea condominiale: quali conseguenze?

Innanzitutto è bene ricordare che, secondo quanto stabilito dalla normativa vigente in materia, l’avviso di convocazione della riunione condominiale dev’essere recapitato a tutti i soggetti interessati con un preavviso di almeno 5 giorni rispetto alla data della riunione. Questo per permettere a tutti i condomini di visionare i punti inseriti all’ordine del giorno e prepararsi alla discussione.

Qualora uno dei titolari delle abitazioni presenti nell’edificio non riceva l’invito a partecipare all’assemblea, si viene a creare una situazione alquanto delicata: difatti, in alcuni casi previsti dalla legge, la mancata ricezione dell’avviso può portare all’annullamento della riunione e di tutte le delibere approvate. (continua)

Fonte: Immobiliare.it

INQUILINO CHE ABBANDONA LA CASA, COSA PUÒ FARE IL PROPRIETARIO?

porta di una casa

La situazione in cui un inquilino abbandona improvvisamente l’abitazione, lasciando il locatore nel limbo, è più comune di quanto si pensi.

Questo scenario presenta una serie di sfide legali e pratiche complesse che il proprietario di casa deve affrontare per proteggere i propri interessi e riprendere il possesso dell’immobile. La legge tutela diritti e doveri di entrambe le parti, proprietario e inquilino, ma cosa può fare il proprietario in questi casi?

La legge ammette una soluzione, mentre la giurisprudenza ammette misure cautelari e urgenti. Vediamo quali.

Cosa succede se l’inquilino non paga o abbandona la casa?

Secondo la legge, linquilino che abbandona la casa senza preavviso, o in violazione del contratto di locazione, è obbligato a continuare a pagare l’affitto come concordato nel contratto, a meno che non abbia dato disdetta nei termini stabiliti e restituito le chiavi.

Tuttavia, anche se l’immobile venisse abbandonato, l’affittuario sarebbe obbligato a pagare i canoni d’affitto scaduti e futuri. (continua)

Fonte: Immobiliare.it