Da anni in Italia si parla di Certificazione Energetica, vengono organizzati Convegni ed incontri ma tutto questo gran parlare non viene ancora tradotto in risultati apprezzabili: da una recente analisi sulla diffusione dell’Attestato di Certificazione Energetica (ACE), si scopre che appena il 53% degli annunci immobiliari di vendita riporta le informazioni sulle prestazioni energetiche (obbligatorie dall’ 1 gennaio 2012).

Di oltre 60.000 annunci immobiliari pubblicati da utenti privati, solamente l’11% riporta una certificazione valida. Si sale al 46% per gli annunci presenti nelle Agenzie Immobiliari  indipendenti, al 58% in quelle affiliate a grandi gruppi e addirittura al 97% per quelli proposti direttamente dai costruttori, per i quali però la Certificazione Energetica è obbligatoria fin dalla fase di progettazione dell’immobile. In molti, per evitare i costi della perizia, ricorrono all’autocertificazione in classe G (la più bassa), anche se non consentita.

L’ ACE è uno strumento di trasparenza importante per il mercato, perchè permette di conoscere, ancor prima di procedere all’acquisto di un immobile, quanto incideranno i consumi energetici nella sua gestione ed oggi ben il 60% di potenziali acquirenti indirizza la sua ricerca agli immobili di classe A o superiori.

Il grande business del “risparmio energetico” potrebbe far leva su numeri certi. Secondo una stima del Ministero dello Sviluppo Economico, agli immobili presenti sul territorio italiano va imputato circa il 35% dell’inquinamento prodotto, il 70% dei nostri edifici risale a prima del 1976 (anno della prima normativa sull’efficienza energetica) e il 25% non ha mai effettuato interventi di manutenzione. I fondi europei 2007-2013 che potrebbero essere sfruttati in parte per migliorare l’efficienza energetica dei nostri  immobili, sono stati utilizzati solamente per il 37% (dato di dicembre 2012).