” Ai fini della legittimità della deliberazione adottata dall’Assemblea dei condòmini ai sensi dell’art. 2 della legge 9/1/89, n.13, l’impossibilità di osservare, in ragione delle particolari caratteristiche dell’edificio (nella specie, di epoca risalente), tutte le prescrizioni della normativa speciale diretta al superamento delle barriere architettoniche non comporta la totale inapplicabilità delle disposizioni di favore, finalizzate ad agevolare l’accesso agli immobili dei soggetti versanti in condizioni di minoranza fisica, qualora l’intervento (nella specie, installazione di un ascensore in un cavedio) produca, comunque, un risultato conforme alle finalità della legge, attenuando sensibilmente le condizioni di disagio nella fruizione del bene primario dell’abitazione”.

E’ questa la decisione della Corte di Cassazione con sentenza n. 18147/13 inedita in merito ad una fattispecie ricorrente e fino ad oggi mai esaustivamente affrontata, come invece fa la sentenza sopracitata.