Riforma catasto: stangata in arrivo per i cittadini?

Riforma del catasto 2.0: spunta un nuovo disegno di legge dopo lo stralcio della precedente riforma che non ha trovato ingresso nè nella manovrina del D.L. 50/2017 e neppure nel DEF 2016.

Il campo è ora affidato al nuovo d.d.l. presentato in Senato, n. 2796 con primo firmatario il presidente della commissione Finanze Mauro Maria Marino (Pd) seguito da Salvatore Sciascia (Fi).

In sostanza il ddl non innova particolarmente, ma ripropone quanto stabilito dal precedente art. 2 della legge 23/2014, compresi i principi sulla modifica dei criteri di classificazione degli immobili (in base a caratteristiche reali come superficie, localizzazione e caratteristiche edilizie) e sulla determinazione del loro valore.
Infatti, si legge nella relazione introduttiva, la precedente delega presentava alcuni “punti di forza” della riforma catastale, ribaditi nel nuovo disegno di legge, ossia: maggiore equità e riequilibrio del prelievo ottenuto con un aggiornamento dei valori allineandoli a quelli di mercato, modifica dei criteri di classificazione degli immobili, invarianza di gettito complessivo per il bilancio dello Stato e redistribuzione del prelievo, informatizzazione dei dati e più completa e aggiornata conoscenza del patrimonio immobiliare privato.
Tali obiettivi, considerati ancora validi e attuali, “inducono a ritenere maturo il momento per la riprensentazione dell’articolato relativo al catasto dando dei tempi certi di realizzazione della stessa. Il testo tiene conto dell’attuazione della delega in materia di organizzazione e competenze delle commissioni censuarie, di cui all’articolo 2, comma 3, lettera a), della citata legge n. 23 del 2014“.

Nuovi criteri di classificazione per gli immobili.

Invece che raggruppati in categorie e classi, a seguito della riforma gli immobili saranno distinti in due tipologie, ovverosia quelli ordinari e quelli speciali. Stante questa differenziazione, cambieranno anche i parametri tramite i quali determinare il valore patrimoniale medio ordinario dei fabbricati.
Per le unità immobiliari a destinazione catastale ordinaria, ad esempio, il processo estimativo utilizzerà il metro quadrato come unità di consistenza, specificando i criteri di calcolo della superficie dell’unità immobiliare.
Invece, quanto alle unità immobiliari a destinazione catastale speciale, il processo estimativo dovrebbe operare sulla base di procedimenti di stima diretta con l’applicazione di metodi standardizzati e di parametri di consistenza specifici per ciascuna destinazione catastale speciale.
In caso non sia possibile il riferimento diretto ai valori di mercato, subentra il criterio del costo, per gli immobili a carattere prevalentemente strumentale, o il criterio reddituale, per gli immobili per i quali la redditività costituisce l’aspetto prevalente.
Anche la rendita catastale, criterio utilizzato al momento per la determinazione delle imposte sui redditi, seguirà lo stesso schema del valore, ma si fonderà sul valore locativo e sarà espressa anch’essa in metri quadrati.

Rischio stangata per i cittadini.

La riforma si propone di eliminare le grosse disparità esistenti nella tassazione immobiliare, stante il mancato allineamento delle rendite catastali con il valore di mercato; una situazione che aveva provocato casi paradossali, come abitazioni in periferia su cui gravava un prelievo fiscale addirittura maggiore di quelle in centro storico.
Tuttavia, il rischio futuro è che con la riforma le rendite catastali subiscano un aumento e venga enormemente innalzato anche il prelievo fiscale. Infatti, nonostante la riforma non preveda ulteriori costi per lo Stato, saranno i cittadini presumibilmente a veder aggravata la propria situazione.

Nonostante la garanzia di maggiore equità, infatti, alcuni proprietari potrebbero veder aumentare la rendita catastale (dato su cui si basa il calcolo dell’imponibile IMU) con un contestuale aggravamento delle imposte, comprese le tasse su compravendite, donazioni o successioni. Il sistema di revisione, infine, potrebbe avere un impatto anche sul reddito ISEE nel quale vengono calcolate anche le proprietà immobiliari.

Ancora, si prevede di utilizzare funzioni statistiche atte a esprimere la relazione tra il valore di mercato, la localizzazione e le caratteristiche edilizie dei beni per ciascuna destinazione catastale e per ciascun ambito territoriale anche all’interno di uno stesso comune.

 

 

About Massimo Montanari
Massimo Montanari, italiano, nato a Lussemburgo il 16 luglio 1961. Formatosi in Confcommercio col ruolo di Segretario delle Delegazioni di Sarsina e Mercato Saraceno, dal 2011 ha deciso di cambiare percorso lavorativo ed ha portato il suo bagaglio di esperienza nel Settore Sindacale dell'Associazione Cesenate. Attualmente si occupa di varie categorie Sindacali all'interno di Confcommercio e tra queste quella che ha avuto i maggiori risultati in termini di aumento di Associati è proprio la F.I.M.A.A. Cesena della quale è Segretario Provinciale. Buon Tennista, è anche grande appassionato di Basket ed è attivo nel mondo del Volontariato. “Malamente opera chi dimentica ciò che ha imparato". ”Tito Maccio Plauto"

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