Chi acquista una casa e accende un mutuo in banca, per il fisco genera una capacità reddituale superiore ad un altro contribuente che acquista una abitazione senza però ricorrere al finanziamento.

E’ questo un effetto distorsivo e paradossale del vecchio Redditometro, per il quale sono ancora in vigore i vecchi indici e coefficienti.

In particolare, una delle ipotesi dove maggiore è lo scostamento dell’effettività del reddito ricostruito si rinviene nell’ipotesi di acquisto di immobile con mutuo o con contratto di locazione dell’immobile.

Fisco e Prima casa. Il contribuente che abbia venduto una abitazione acquistata con l’agevolazione “prima casa” prima che siano trascorsi i cinque anni dalla data del rogito, non incorre nella decadenza dall’agevolazione (e nella relativa sanzione) se non acquista una nuova abitazione principale entro un anno dalla vendita  e, sempre entro tale anno, presenti al fisco una istanza di rinuncia all’acquisto di una nuova casa.

Se ricorre tale ipotesi, il fisco recupera solamente la differenza d’imposta e non applica la sanzione del 30%data dalla differenza tra l’imposta ordinaria e quella agevolata.

“Senz’Albo”: Amministratori di condominio con più requisiti. 

La riforma del condominio trova una sponda nella legge sulle professioni non regolamentate. Dal momento dell’entrata in vigore della norma (approvata definitivamente in questi giorni ma non ancora pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale), le Associazioni di Categoria potranno rilasciare ai propri iscritti l’Attestazione della qualifica professionale rispetto alle norme UNI Iso, UNI En Iso, ecc..

Non solamente: la norma parla esplicitamente della formazione permanente degli iscritti, rispondendo così in modo chiaro all’interrogativo su chi dovesse occuparsi di questo aspetto previsto nella legge 220/2012, che è uno dei requisiti richiesti per poter esercitare la professione.