Daily Archives: 20 Settembre 2013

Confcommercio: se aumenta l’Iva addio alla ripresa

confcommercioGli effetti recessivi dell’aumento dell’Iva dal 1° ottobre sembrano essere sottovalutati da più parti. L’Ufficio Studi di Confcommercio sintetizza attraverso un’analisi economica questi effetti.

Impatto sui consumi: si amplificherebbe la già drammatica situazione dei consumi che, dopo aver chiuso il 2012 a -4,3%, chiuderà, senza interventi, anche quest’anno in negativo a -2,4%. L’incremento dell’Iva, che si tradurrebbe in una riduzione dei consumi dello 0,1% a parità di altre condizioni, andrebbe a incider negativamente sulle spese del mese di dicembre e quindi delle festività, momento nel quale, invece, potrebbero concretizzarsi finalmente gli auspicati segnali di ripresa.

Impatto sui prezzi: in una situazione in cui l’inflazione è sostanzialmente sotto controllo, si avrebbe un incremento dei prezzi tra ottobre e novembre di circa lo 0,4%, il cosiddetto “effetto scalino”, con inevitabili effetti di trascinamento anche nel 2014; nel dibattito attuale si dimentica quanto accaduto nel 2012: se, in termini di caduta dei consumi, è stato l’anno peggiore della storia repubblicana, ciò è stato dovuto anche all’incremento dell’Iva avvenuto a metà settembre 2011. Perché ripetere lo stesso errore dal 1° ottobre?

Locazioni: La cedolare secca al test convenienza

cedolare seccaAliquota ridotta Lo scenario degli affitti è ancora cambiato a seguito dell’ultima correzione dettata con il decreto sull’Imu (D.L. 102/2013, articolo 4), che ha ridotto dal 19 al 15% l’aliquota della cedolare secca sulle locazioni a canone concordato, lasciando al 21% quella sugli affitti liberi. Il taglio della cedolare si applica già dal 2013 e si abbina al rincaro della tassazione Irpef, entrato in vigore dal 1° gennaio scorso.

I Vantaggi della Cedolare  Per i canoni convenzionati, fino al 2012, la cedolare era mediamente conveniente a partire dal terzo scaglione Irpef in poi, da quest’anno invece, è favorevole (ma di poco) fin dal primo scaglione Irpef, quindi per tutti i proprietari. Per gli affitti liberi invece, la tassa piatta era già insuperabile fin dal primo scaglione Irpef e l’incremento del prelievo ordinario entrato in funzione nel 2013 ha solo dilatato la forbice.

Inflazione e detrazioni fiscali Sono due le variabili che potrebbero far pendere la bilancia a favore della tassazione ordinaria: l’inflazione e le detrazioni fiscali. Chi opta per la cedolare deve rinunciare all’adeguamento Istat del canone, e un aumento del carovita potrebbe intaccare il guadagno netto del proprietario, ma è un’incognita che ai livelli attuali si pone solamente dopo l’eventuale rinnovo del contratto, cioè dal quinto anno per gli affitti liberi e dal quarto per i concordati. Tuttavia l’opzione per la cedolare è revocabile con una dichiarazione in carta libera alle Entrate (o con il modello 69).
L’altra variabile è data dalla presenza di detrazioni fiscali, che potrebbero andare perse se si possiedono redditi molto bassi o se si è nella disponibilità solamente di redditi di locazione. Le detrazioni infatti possono essere “sottratte” dall’Irpef lorda, ma non dalla cedolare, che è una imposta sostitutiva.