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Rassegna Stampa Fimaa del 28 Aprile 2015
Rassegna di Martedì 28 Aprile 2015 |
Fisco: ok alla fattura elettronica “facoltativa”, dal 2017 stop agli scontrini.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato tre decreti legislativi che riguardano fatturazione elettronica, internazionalizzazione delle imprese e certezza del diritto nei rapporti tra contribuenti e fisco.
Dalla rivoluzione telematica delle fatture, che cambia controlli e scontrino, a quella del fisco internazionale delle imprese, con un cambio di strategia che punta a dare certezza tributaria alle imprese. Ecco le principali novità previste dal ”pacchetto” di tre decreti delegati, approvati dal governo per attuare alcune importanti norme della riforma fiscale.
E-FATTURA DA 2017, CAMBIANO CONTROLLI E SCONTRINI: Il fisco punta sulla svolta digitale. La fattura elettronica, ora obbligatoria per chi tratta con la Pa, diventerà una scelta possibile anche nelle transazioni tra privati. L’avvio, opzionale, è previsto dal gennaio 2017 e gli effetti potrebbero essere dirompenti. In pratica chi aderisce invia al fisco, in modo telematico, le fatture e anche gli incassi di giornata, cancellando molti strumenti burocratici. Per le imprese ci sono anche altri incentivi: i principali riguardano l’accorciamento dei tempi per i controlli e la priorità sui rimborsi Iva.
Per il fisco, ovviamente, è una rivoluzione sul fronte dei controlli. Saranno fatti ” da remoto”, senza necessità di disturbare l’impresa durante la sua attività. Ovvio, poi, che la selezione di controllare sarà decisamente più mirata. Ecco che l’impatto concreto per i cittadini è quello della possibile sparizione dello scontrino fiscale. Il tagliando cartaceo non scomparirà del tutto e potrà essere richiesto per certificare un acquisto, anche ai fini della garanzia.
Cassazione: la richiesta di concessione edilizia su un terreno acquistato come non edificabile fa scattare il recupero dell’imposta Fonte: Cassazione: la richiesta di concessione edilizia su un terreno acquistato come non edificabile fa scattare il recupero dell’imposta.
Basta una semplice richiesta di concessione edilizia – immediatamente successiva alla vendita – per considerare avvenuto il cambiamento di destinazione d’uso di un bene e rendere possibile il recupero dell’imposta di registro, dovuta sulla base del maggior valore derivante dalla riqualificazione dell’atto di compravendita.
Lo afferma la Cassazione spiegando che gli effetti giuridici dell’ottenimento del permesso di costruire è idoneo a modificare la natura stessa dell’atto di compravendita.
Nel caso di specie un terreno su cui sorgeva un edificio in rovina, successivamente demolito, era stato oggetto di compravendita e nell’atto il bene veniva indicato come non edificabile.
E’ principio consolidato in giurisprudenza, spiega la Corte, che “l’atto deve essere tassato in ragione degli effetti giuridici che lo stesso oggettivamente produce”.