La Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12977/2012, ha avuto modo di fare alcune osservazioni circa l’assegnazione della casa a seguito della separazione tra i coniugi.

Nello specifico, la Corte ha precisato che, in presenza di figli minori o portatori di handicap o anche maggiorenni ma non autosufficienti dal punto di vista economico, e nell’interesse di questi affinché possano continuare a vivere nel proprio ambiente abituale, l’assegnazione della casa va uno dei coniugi purché coniuge e figli vivano fin dal momento in cui ha inizio il procedimento di separazione alla suddetta abitazione.

Il caso analizzato dalla Corte riguarda una vicenda esaminata inizialmente dal Tribunale di Roma in cui veniva disposto in linea generale che ciascun coniuge provvedesse al proprio mantenimento mentre in relazione alla casa coniugale, il giudice  non si pronunciava in merito all’assegnazione della stessa in quanto già da tempo questa non era più considerata casa familiare.

In Appello, invece,  la sentenza veniva riformata parzialmente e veniva stabilito la casa dovesse essere affidata a uno dei coniugi per abitarci insieme al figlio maggiorenne, portatore di handicap.

La Suprema Corte, rovesciando la decisione presa dai Giudici d’Appello, ha osservato nel caso di specie che la domanda di assegnazione della casa coniugale dove essere rigettata anche perché, oltretutto, il figlio si era allontanato volontariamente dalla casa coniugale per andare a vivere con il padre.