È di nuovo ora di Imu e Tasi. Mentre si prepara la Local Tax.

tasi 2015Il 16 del prossimo mese di giugno i contribuenti italiani proprietari di immobili (ovvero quasi tutti) saranno chiamati nuovamente al pagamento della prima rata di IMU e di TASI. Al versamento di Imu scamperanno in molti, ovvero tutti coloro che sono proprietari della sola abitazione principale in cui risiedono, mentre al versamento dell’anticipo di TASI non sfuggirà praticamente nessuno essendo obbligati al pagamento proprietari, inquilini, comodatari e quant’altri per prime e seconde case per non citare negozi, magazzini, capannoni industriali, terreni (edificabili e non) ed addirittura macchinari fisicamente legati al terreno su cui insistono (così si è espressa infatti la Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 3166 del 18 febbraio 2015).

La TASI, è e resta un tributo di complessa quantificazione, regolato da norme non semplici da interpretare ed applicare, ma fortunatamente non è più completamente nuova ed il legislatore, vicenda TASI terreni agricoli a parte, fortunatamente non ha pensato di intervenire sull’impianto normativo a sconvolgere prassi in cerca di una propria stabilità.

Inoltre, almeno per quanto riguarda il calcolo dell’acconto, i contribuenti ed i loro consulenti non saranno più obbligati a cercarsi le delibere dei Comuni con riferimento alle aliquote ed alle detrazioni ed a defatiganti attività di interpretazione della selva di determinazioni cui si sono abbandonati gli amministratori locali. Infatti, il calcolo dell’acconto potrà essere effettuato facendo riferimento alle aliquote, detrazioni e regole che sono state stabilite dai Comuni per il versamento dell’IMU e della TASI per l’anno passato.

Tuttavia, permangono alcuni motivi di preoccupazione. È di questi giorni la polemica sollevata dai chiarimenti diramati dall’IFEL, Istituto per la Finanza e l’Economia Locale, in merito al bollettino precompilato TASI che ogni contribuente dovrebbe ricevere. Come si ricorderà la Legge di Stabilità 2014 prevedeva l’obbligo per i Comuni di inviare i modelli di pagamento TASI precompilati. Le modalità di versamento dovevano essere stabilite attraverso un apposito decreto che, arrivato nel maggio del 2014, ha però corretto quanto stabilito in precedenza, rendendo l’invio del bollettino precompilato da parte dei Comuni un’opzione e non un obbligo.

Con la conseguenza che sono stati pochissimi i Comuni che l’anno scorso hanno provveduto ad inviare i bollettini ai contribuenti ed in diversi casi sarebbe stato meglio se non lo avessero fatto. A suscitare ulteriori perplessità è poi arrivata la Legge n. 89 del 2014 secondo la quale, a decorrere dal 2015, i Comuni devono garantire ai contribuenti la massima semplificazione degli adempimenti, rendendo disponibili i modelli precompilati su loro richiesta, ovvero procedendo in maniera autonoma all’invio degli stessi modelli. In poche parole, stando alla norma, se il contribuente chiede al Comune il bollettino TASI precompilato il Comune sarebbe obbligato a fornirlo.

Tuttavia, secondo il citato Istituto, il bollettino precompilato sarebbe una strada impraticabile in quanto per compilarlo, sarebbe necessario conoscere esattamente chi sono i soggetti passivi della TASI, tra cui anche gli inquilini in affitto, cosa impossibile dato il mancato aggiornamento delle banche dati catastali. Come purtroppo spesso accade si scrive una legge senza pensare a che cosa comporta la sua applicazione.

Ma i motivi di preoccupazione non sono finiti. Ad esempio la determinazione dell’acconto TASI potrebbe non essere così pacifica: quanto dovuto potrebbe subire delle variazioni nel caso in cui la situazione del contribuente per l’anno 2015 non sia la stessa dell’anno passato, magari perché ha acquistato o venduto un immobile, cambiato la residenza anagrafica e quindi l’abitazione principale, oppure un’area considerata fino lo scorso anno agricola potrebbe essere divenuta edificabile essendo stato adottato un nuovo piano regolatore generale. Tutti elementi questi che devono essere presi in considerazione per determinare l’ammontare dell’anticipo TASI.

E dietro l’angolo comincia a fare capolino la cosiddetta “local tax” che, secondo il Documento di Economia e Finanza 2015 appena approvato, dovrebbe assorbire in un solo tributo sia IMU che TASI garantendo, secondo alcuni commentatori, il 65% delle entrate delle Amministrazioni locali per un totale di 26 miliardi di euro.

Al di là della solita ridda di cifre e del margine di incertezza sull’effettiva “composizione” della futura “local tax” (ad esempio non è per nulla chiaro se nella nuova tassa verrà assorbita anche l’addizionale IRPEF comunale) preme sottolineare un elemento: ben venga innanzitutto un provvedimento di semplificazione fiscale, accorpare più tributi in uno solo è sempre tendenzialmente positivo (cercando di evitare però meccanismi a dir poco complessi per la determinazione dell’imponibile come a suo tempo è accaduto con l’IRAP) se poi si riesce anche a stabilizzare la produzione di leggi, decreti, circolari interpretative e quant’altro si è succeduto in materia di fiscalità sugli immobili da quando sventuratamente si è eliminata l’ICI in maniera da dare un minimo di tranquillità e garanzia di certezza del diritto sia ai contribuenti che ai professionisti che li assistono è meglio.

Fonte: Agefis

About Massimo Montanari
Massimo Montanari, italiano, nato a Lussemburgo il 16 luglio 1961. Formatosi in Confcommercio col ruolo di Segretario delle Delegazioni di Sarsina e Mercato Saraceno, dal 2011 ha deciso di cambiare percorso lavorativo ed ha portato il suo bagaglio di esperienza nel Settore Sindacale dell'Associazione Cesenate. Attualmente si occupa di varie categorie Sindacali all'interno di Confcommercio e tra queste quella che ha avuto i maggiori risultati in termini di aumento di Associati è proprio la F.I.M.A.A. Cesena della quale è Segretario Provinciale. Buon Tennista, è anche grande appassionato di Basket ed è attivo nel mondo del Volontariato. “Malamente opera chi dimentica ciò che ha imparato". ”Tito Maccio Plauto"

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